Federica Morandi, milanese, è un’esperta di arte contemporanea e storica dell’arte. Ha lavorato con Christie’s Auction House a Londra, Flash Art International e Cardi Black Box a Milano. Nel 2015 ha ideato e curato la mostra personale “Mademoiselle B” per Cristiano Ossoli

Mademoiselle B

L’artista coglie attraverso i suoi scatti, atteggiamenti ironici e provocanti dell’universo femminile, svelando un mondo a metà tra il reale e l’immaginario. Le fotografie di Cristiano Ossoli, caratterizzate dall’uso molto contrastato e luminoso del colore, raccontano storie, provocazioni e continue incursioni nella sfera dell’ordinario che si avvicendano e s’intrecciano fino a demolire i luoghi comuni del quotidiano. L’artista, spinto da un’intensa curiosità, ricerca attraverso l’uso sapiente dell’obiettivo, immagini trasgressive e dalla forte stravaganza visiva; analizza i mali sociali, i riti e le patologie del nostro oggi, criticando attraverso una vena sarcastica, i temi del consumismo, dell’idea stereotipata della vita di coppia e dei vizi della nostra società. I vizi sono intesi da Cristiano Ossoli non solo come comportamenti sociali, ma come logica simbolica: l’apparenza sostituisce il reale

La donna è posta al centro di un’indagine giocosa e burlesca, che crea un mondo fittizio, partendo dalla realtà quotidiana; l’artista mischia l’oggettività e l’artificio, giocando con determinati codici del mondo contemporaneo nel tentativo di dare nuovi ruoli e significati. Cibo, vestiti, modi di fare e atteggiamenti, sono metafore artistiche rivisitate nel loro ruolo tradizionale e trasformati al fine di svelare la fiera della vanità della società in cui viviamo

Cristiano Ossoli è influenzato dal surrealismo e dalla poesia visiva: i suoi scatti riflettono un universo magico dove le donne ritratte non sono mai quello che sembrano essere. Vi è sempre qualche elemento enigmatico nelle fotografie esposte, come se le immagini seguissero l’audacia provocatoria dell’artista: la realtà appare contraddittoria e le qualità sublimi e irrazionali esaltate e adulate. Le modelle i vestiti e gli oggetti rappresentati sembrano solo essere al servizio di una narrativa criptica e surreale minuziosamente controllata. Il sarcasmo delle immagini, esagerate e barocche, si combinano allo studio dei dettagli dell’ambientazione, con lo scopo di esaltare gli aspetti più kitsch della nostra società. L’artista rivela nei suoi scatti una vena pop, in cui elementi tradizionali e d’uso quotidiano sono combinati con oggetti inusuali

Roberto Mutti storico e critico della fotografia

Roberto Mutti scrive per Repubblica, è storico e critico della fotografia, insegna linguaggio fotografico come docente presso l’Accademia del Teatro la Scala e l’Istituto Italiano di Fotografia. Ha curato le mostre di Mario Giacomelli, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Nino Migliori

Come carte da gioco

Le fotografie di Cristiano Ossoli colpiscono per la loro originalità anche se in un primo momento forse non è facile capire il perché. Sono tutte allineate su uno stile che fa della pulizia formale la sua regola, questa è la caratteristica che subito emerge, ma non è l’elemento che maggiormente ci incuriosisce. Dopo un po’, quando l’occhio è passato più volte sulle immagini, ecco l’intuizione grazie alla quale tutto si rivela. Cristiano Ossoli usando sfondi color pastello, fotografa i soggetti come fossero vivi e attraversati da un’inaspettato dinamismo ( è il caso del telefono nero di vecchia foggia con tanto di cornetta e disco rotante, che ripreso su uno sfondo altrettanto nero, emerge in tutta la sua sinuosa forma grazie alla luce che ne sottolinea i contorni) e riprende le sue modelle come se fossero figure inanimate sia pur dotate di uno charme ammiccante. Queste ultime giocano con il fotografo che le sa trasformare in personaggi assai bizzarri: c’è la ragazza abbigliata con un immaginario albero, che osserva sorridendo le piccole pere cadute dai suoi arti-rami e quella che sembra una grossa caramella, c’è l’Arlecchina circondata da tanti palloncini colorati e una che versa l’acqua in una bacinella. Anche le ragazze anonime sanno sorprendere perché una, dall’espressione serissima, si trasforma in una lampada con tanto di paraluce sulla testa, un’altra emerge misteriosamente, come la maschera che le nasconde gli occhi, da una botola aperta nel pavimento come se fosse il gesto più naturale del mondo. Insomma Cristiano Ossoli ha costruito un bel mazzo di inediti tarocchi che non chiedono di meglio se non di essere giocati

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L’opera d’arte è una finestra sull’infinito, un portale che unisce il passato, il presente, ed il futuro