CRISTIANO OSSOLI

Fotografo, scrivo, faccio cose. Mi chiamo Cristiano Ossoli, sono un artista, fotografo e web designer. Comunico con l’arte e la poesia. Nella realizzazione di alcune delle mie opere, ho collaborato, con il Comune di Milano, il Gruppo 24 Ore, l’EXPO 2015, la Camera di Commercio di Milano, e inaugurato il PhotoFestival 2012 a Palazzo Castiglioni. I media che uso nella mia produzione artistica sono la fotografia digitale e analogica, Polaroid, scrittura, pittura, installazione, illustrazione e tutto ciò che mi verrà in mente di utilizzare e che mi ispirerà

Cristiano Ossoli artista

La mia fotografia è uno spazio limitato, i cui confini restano celati a un limbo di probabilità. Accade quando l’otturatore oscilla, la luce rivela uno scorcio di realtà ineffabile, languida al tempo, in forma solo all’osservatore. Il resto non esiste, sono solo probabilità che una data visione sia. Nella mia fotografia cerco sovente di raccontare un concetto attraverso un singolo scatto, un’unica visione. Un fondo a sostegno del soggetto, inquadratura a focale fissa, trentacinque millimetri e click! Solo in un secondo momento, quando rivedo gli scatti effettuati, riconosco quell’unico vero fotogramma, quello scatto, che ha preso forma dall’idea e dal pensiero. Ogni particolare della fotografia è fondamentale perchè essa sia. Capita a volte di non riconoscere quell’unico vero scatto, trascinando tutto nel buio, da dove tutto ha avuto inizio. Non sempre si coglie l’essenza di ciò che si staglia davanti. Ma pur quando accade d’intuire quell’unica vera visione, la stessa potrebbe non rivelarsi nella sua totalità, ma solo uno squarcio nello spazio tutto da esplorare, comprendere e al quale dare forma. Nel corso degli anni ho avvertito la necessità di “costruire” lo spazio intorno al soggetto, realizzando confini strutturali su cui poggiare. Dare al soggetto e al concetto, coordinate spaziali tra cui esprimersi. Forse una ricerca interiore per limitare, al soggetto, o anche all’osservatore, la paura dell’abbandono, dello sconfinamento, dello smarrimento. Ma l’ossessiva ricerca di punti d’appoggio, di ancoraggio, su cui e tra cui sorreggersi, ha imprigionato la possibilità di un’espressione più ampia, profonda, libera. L’aspirazione presuppone un numero di possibilità libero da vincoli

“L’arte risiede nel cuore, nella mente e nello spirito”